“The outcome of last administration’s executive action has been only more repression and a move to crush the peaceful democratic movement. Therefore, effective immediately, I am canceling the last administration’s completely one-sided deal with Cuba.”We will not lift sanctions on the Cuban regime until all political prisoners are free, freedoms of assembly and expression are respected, all political parties are legalized and free and internationally supervised elections are scheduled.”[1]
L’accordo siglato dalla precedente amministrazione, secondo Trump, altro non ha fatto se non “arricchire il regime Castrista”. Per questo la sua amministrazione “applicherà con maggior convinzione l’embargo e il divieto sul turismo”. Poi una sfida lanciata senza remore: “Venite al tavolo dei negoziati con un nuovo accordo. Sarà migliore per tutti, anche per i cubani americani”.
il Presidente Usa ha così firmato una nuova direttiva. Si concentra principalmente sulla parte dell’accordo che apriva ad una maggiore collaborazione dal punto di vista commerciale e del turismo. “Aperture – ha detto il Tycoon – che non hanno portato vantaggi ai cubani e neanche migliorato la situazione dei diritti umani”. l’obiettivo, ricorda Trump, è uno solo: “una Cuba libera”. Fino a quando non sarà così, avvisa il Presidente, le sanzioni non verranno sollevate, “ci dovranno essere progressi concreti”. “Tutti i prigionieri politici dovranno essere liberati. Poi dovranno essere rispettate le libertà di assemblea e di espressione. Legalizzati tutti i partiti politici e le elezioni dovranno essere vigilate dalla comunità internazionale”. D’altronde “siamo noi a tenere le carte ora” mentre Cuba “ha fatto un accordo con un governo che diffonde la violenza e l’instabilità nella regione”, ha detto riferendosi all’amministrazione Obama. “Noi non rimarremo silenti di fronte all’oppressione del comunismo. Cuba è governata dalle stesse persone che hanno ucciso decine di migliaia di loro stessi compatrioti e che hanno sperato di espandere la loro ideologia nel nostro emisfero. Il regime di Castro ha inviato armi alla Corea del Nord e ha alimentato la violenza in Venezuela. La mia amministrazione non lo nasconderà e non sarà mai cieca davanti a tutto questo”, ha proseguito Trump.
La direttiva proibisce a turisti e imprenditori americani di effettuare transazioni con il “Grupo de Administracion Empresarial S.A.”, vale a dire il braccio commerciale dovernativo – noto come Gaesa – guidato dal generale Luis Alberto Rodriguez Lopez-Callejas. La Gaesa controlla il 60% dell’economia cubana e l’80% del settore turistico, dispone infatti di gran parte degli alberghi e dei ristoranti dell’Avana e delle famose spiagge di Varadero. La decisione potrà avere conseguenze anche per le società alberghiere americane – che sono dei competitori degli alberghi Trump – che avevano ottenuto dall’amministrazione Obama l’autorizzazione a firmare accordi con Gaesa per ottenere in gestione un albergo storico dell’Avana. Per la Camera di Commercio americana questa decisione “rallenterà i cambiamenti positivi di Cuba e farà perdere opportunità economiche ad altri paesi”. Nella notte è arrivata anche la prima reazione del governo dell’Avana: “Quello di Donald Trump a Miami è stato un “discorso carico di retorica ostile” sottolinea in una lunga dichiarazione il governo rivoluzionario di Cuba, confermando nel contempo “la volontà di proseguire un dialogo rispettoso” con gli Usa nei temi di mutuo interesse.
“Cualquier estrategia dirigida a cambiar el sistema político, económico y social en Cuba, ya sea la que pretenda lograrlo a través de presiones e imposiciones, o empleando métodos más sutiles, estará condenada al fracaso“
In una dichiarazione rilasciata simultaneamente in tutti i media di Stato, il governo di Raúl Castro ha risposto agli annunci fatti a Miami dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha indurito politiche verso l’isola degli Stati Uniti.
La “manipulación con fines políticos” y el “doble rasero” en el tratamiento de ese tema y asegura que el pueblo del país caribeño “disfruta de derechos y libertades fundamentales”, y exhibe “logros de los que se siente “orgulloso”, que son una “quimera” para muchos países del mundo, incluidos los Estados Unidos. En ese sentido, menciona el derecho a la salud, la educación, la seguridad social, el salario igual por trabajo igual, los derechos de los niños, y el derecho a la alimentación, la paz y al desarrollo.[2]
Qualsiasi strategia volta a cambiare il sistema politico, economico e sociale a Cuba, attraverso pressioni e imposizioni, o utilizzando modalità più sottili, è destinato a fallire, i cambiamenti necessari a Cuba, come quelli attualmente in corso come parte del processo di aggiornamento del modello economico e socialista dell’isola, seguiranno la decisione del popolo cubano e il governo continuerà fermo e sicuro nella costruzione di una nazione sovrana, indipendente, socialista, democratica, prospera e sostenibile, dice il testo della dichiarazione.
Nella sezione sui diritti umani, il governo di Cuba rifiuta la “manipolazione a fini politici” e il “doppio standard” nel trattare questo tema e garantisce che la gente del paese caraibico “gode di diritti e libertà fondamentali”. A questo proposito, cita il diritto alla salute, istruzione, sicurezza sociale, la parità di retribuzione a parità di lavoro, i diritti dei bambini, e il diritto al cibo, la pace e lo sviluppo. Cuba, con le sue modeste risorse, ha contribuito a migliorare i diritti umani in molte parti del mondo, nonostante le limitazioni imposte dal suo status di paese bloccato. “Gli Stati Uniti non sono in grado di darci lezioni “, aggiunge ed esprime “serie preoccupazioni” per il rispetto e garanzie per i diritti umani in quel paese, citando i “numerosi casi di omicidi, brutalità della polizia, abusi, gli exploit il lavoro minorile, la discriminazione razziale e la minaccia di imporre ulteriori restrizioni sui servizi sanitari”.
Il governo di Cuba ribadisce inoltre la sua disponibilità a continuare il dialogo “rispettoso e la cooperazione” su questioni di interesse reciproco, nonché le questioni bilaterali con il governo degli Stati Uniti, ma avverte che non eseguirà ” concessioni inerenti alla sua sovranità e indipendenza né accetterà condizioni di alcun genere”.
Lontano da prendere posizioni in merito alla politica estera di due paesi Sovrani, sosteniamo il dialogo tra diverse entità politiche sociali e culturali. Sosteniamo La più importante norma consuetudinaria in tema di esercizio del potere di governo ovvero la sovranità territoriale che attribuisce ad ogni stato il diritto di esercitare in modo esclusivo il potere di governo sulla comunità territoriale propria, cioè sugli individui e sui loro beni.
La sovranità dello stato è tutelata da vari principi:
Auspichiamo che il dialogo e le relazioni tra i due paesi possano continuare su una base di rispetto reciproco.
[1] President Donald Trump 17/06/2017
[2] El Confidencial http://www.elconfidencial.com/mundo/2017-06-17/cuba-responde-a-trump-cualquier-estrategia-injerencista-esta-condenada-al-fracaso_1400989/