In piena pandemia, 1.218 medici e infermieri cubani, organizzati in 20 Brigadas Médicas “Henry Reeve“, sono partiti per 19 nazioni in Europa, America Latina, Caraibi, Africa e Medio Oriente, per aiutare i territori più colpiti dalla diffusione del COVID-19.
Il 13 aprile sono arrivati a Torino per soccorrere la Regione Piemonte su richiesta delle autorità regionali e con il sostegno del governo italiano.
I medici volontari cubani, insieme al personale locale, hanno allestito in pochi giorni i nuovi reparti COVID-19 presso le OGR di Torino, capaci di contenere 92 posti letto, di cui 32 di terapia semi-intensiva. Inoltre, sono state allestite aree per l’igenizzazione e spazi dedicati al personale. L’obiettivo è stato quello di accogliere i pazienti in via di guarigione, liberando posti letto negli altri ospedali così da garantire la piena efficienza.
L’ospedale temporaneo è stato inaugurato il 18 aprile e il Direttore della Brigata Henry Reeve ha dichiarato che sono venuti in Piemonte per amicizia e che sarebbero restati quanto necessario.
Las Brigadas Médicas cubane nascono nel 1960 circa e soccorsero molti paesi in crisi nel mondo; il nome Henry Reeve gli fu assegnato nel 2005, quando i medici cubani partirono per soccorrere New Orleans, colpita dall’uragano Katrina. Gli Stati Uniti non accettarono l’aiuto cubano, ma da allora il contingente mantenne il nome di Henry Reeve, nome di un patriotta nordamericano che combatté durante la guerra d’indipendenza a Cuba. Da quel momento la Brigada Henry Reeve si dedicherà al soccorso dei paesi in crisi per cause naturali, guerre civili ed epidemie. Uno dei momenti più importanti in cui è intervenuta la Brigata è stato nel 2005, in Africa, per combattere l’Ebola.
La Brigata arrivata a Torino era composta da 39 medici e infermieri specializzati in epidemiologia, rianimazione, medicina generale ed esperti in terapia intensiva.
Il loro duro lavoro ha permesso di salvare 170 vite in 100 giorni oltre a regalare speranza e far un gesto di grande solidarietà.
Durante un’intervista radio (al programma Cuatro elementos) a Enrique Ubieta, saggista e ricercatore cubano, che ha accompagnato la Brigata in Italia, è stata spiegata la differenza tra i due sistemi sanitari. Ubieta spiega che durante la collaborazione tra medici italiani e cubani ha potuto notare “come il medico italiano risolve tutto con 20 esami diagnostici fatti con le ultime tecnologie, mentre il medico cubano va dal paziente, lo ausculta, lo tocca, gli fa domande, gli chiede se ha sofferto in passato, cosa ha mangiato… e ha un rapporto diretto con il paziente”.
Cuba è bloccata dagli anni ’60 e l’embargo impedisce l’acquisizione della tecnologia, non perché i cubani non sono favorevoli, ma semplicemente non riescono ad ottenerla.
Durante il loro duro lavoro, oltre al grande aiuto in campo sanitario, i medici cubani sono riusciti a regalare alcuni momenti emozionanti portando un pò di musica e speranza e si sono impegnati a studiare la lingua italiana per comunicare meglio con i pazienti e colleghi.
Il 10 luglio il Presidente della Regione, Alberto Cirio, li ha salutati con una “Hasta pronto” e sono iniziati una serie di eventi per omaggiarli.
L’11 luglio, la Brigada e l’ambasciatore José Carlos Rodriguez Ruiz sono stati accolti a Collegno nella piazza Che Guevara e poi hanno reso omaggio al Pico Fidel sul Monte Arpone.
Il 12 luglio è stato organizzato un pranzo accompagnato da lacrime di gioia e commozione presso il Parco Dora a Torino in onore dei medici cubani e italiani che hanno lottato contro il Covid-19. Le istituzioni hanno salutato e ringraziato l’intero personale sanitario e la giornata trascorsa tutti insieme ha permesso di mostrare alla città quello che è stata l’esperienza dell’ospedale OGR.
Il 13 luglio la Brigada Henry Reeve è stata premiata dal Consiglio Regionale del Piemonte e il 14 luglio è stata celebrata la cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria della città di Torino al capo Brigada Doctor Julio Guerra. Simbolicamente è stata assegnata al capo, ma la cittadinanza onoraria “in virtù dei meriti conseguiti, del coraggio, altruismo, umanità dimostrati ” è stata attribuita a tutti i medici volontari della Brigada.
Il 21 luglio la Mole Antonelliana, simbolo della città di Torino, è stata illuminata per festeggiare il ritorno a casa dei medici cubani grazie ad Aicec (Agenzia per l’interscambio culturale ed economico con Cuba), all’Ambasciata Cuba con il Patrocinio della Città di Torino e alla collaborazione di Iren.
La presenza della Brigata a Torino ha permesso di stringere ulteriormente i legami con Cuba e sarà motore di sviluppo e di opportunità per entrambi i Paesi. La solidarietà e la generosità di Cuba sono valori da rispettare e da non dimenticare.